L’Eroe Involato
Vorremmo tutti essere invulnerabili in quanto siamo cresciuti con la proiezione di diventarci.
Su quanto ci veniva raccontato nelle favole e nelle narrazioni epiche, siamo cresciuti sapendo che tutti i pericoli sarebbero svaniti all’incanto o per lieto fine o grazie agli incantesimi o alle stregonerie in modo da rimanere indenni o quasi. Sicuramente questa formazione ed educazione ci ha fortificati e resi ottimisti o forse un po’ più ingenui davanti al pericolo, in quanto pensiamo sempre che un supereroe è insito dentro ognuno di noi. Difatti, c’è chi davanti a raggi ultravioletti si protegge con la fantasia schermandosi con scudi termici come ci insegnava Goldrake o magicamente con una frase di effetto di Harry Potter. In alternativa però, c’è chi usa occhiali da sole o creme solari proprio perché potenzialmente non ha ancora sviluppato a puntino dei superpoteri. In un modo o nell’altro bisogna essere cauti, perché anche Superman era un supereroe ma era vulnerabile alla cryptonite. Molti sono gli aforismi che potremmo elencare, ma forse sarebbe meglio concentrarci sul fatto che non siamo proprio immuni davanti al pericolo e che il tutto si incentra in un punto, in quanto, anche se supereroi, siamo strutturati anche da criticità vulnerabili. Poi ci sono le eccezioni che potrebbero fare la differenza ma non proprio totalitarie. Come Sigfrido per esempio, che bagnandosi nel sangue di un drago da lui ucciso, ha reso sicuro tutto il suo corpo da ogni ferita, tranne in quella piccola parte della spalla su cui si era appoggiata per caso una foglia caduta da un albero. Difatti proprio l’asta di un nemico, colpirà proprio quella parte del corpo e ne provocherà la morte. Non è da meno Tetide, che per rendere immune suo figlio Achille lo immerse nel fuoco o nelle acque del fiume Stige, tenendolo stretto per un tallone. Purtroppo però, proprio quel tallone che non toccò né il fuoco né l’acque dello Stige, rimase il punto debole del bambino e un punto vulnerabile sull’Achille adulto. Anche Achille difatti fu sconfitto a morte nel sanguinoso conflitto tra Achei e Troiani proprio da una freccia lanciata da Paride, che lo trafisse nel punto vulnerabile del guerriero che era il tallone. Certo una imprudenza preventiva perché se Achille avesse indossato a salvaguardia del suo tallone un paio di scarpe antinfortunistiche invece dei soliti calzari, la storia sarebbe stata sicuramente diversa. Ironia a parte, la storia però sarebbe stata diversa anche per quei supereroi che non hanno combattuto battaglie ma che si sono impiegati in lavori dove però il pericolo celato ha colpito alcuni di loro ugualmente a morte.
La storia ci ha insegnato e ci insegna che non può bastare un foglio di un giornale piegato ad origami per coprire e mettere in sicurezza il capo di un carpentiere, così come l’utilizzo di scarpe ordinarie e ogni altro indumento comune quando sei sospeso in una impalcatura. L’insegnamento a volte però non è sufficiente per entrare nell’ottica della sicurezza e qualcuno deve essere istruito attraverso leggi e ammonimenti. Per quanto la normativa EN ISO su i dispositivi di protezione individuale non sarà la nuova novella epica in modo da trasformare l’uomo in un supereroe, sarà sicuramente un metodo di sicurezza per adottare una strumentazione antinfortunistica adeguata alle vulnerabilità.