Innovazione nei processi per ridurre l’impatto ambientale nella filiera tessile.
Oggi la tintura sostenibile nella filiera tessile sta diventando sempre più concreta, alimentando le nostre speranze in una moda rispettosa dell’ambiente. È risaputo, infatti, che la fase di tintura e finissaggio rappresenta uno dei processi più impattanti della filiera tessile tradizionale, con consumi medi stimati in 100-150 litri d’acqua per ogni kg di tessuto trattato, secondo la Water Footprint Network. L’uso intensivo di coloranti sintetici, sali e ausiliari chimici, oltre al calore necessario, contribuisce a emissioni significative di CO₂, scarichi inquinanti e costi energetici elevati.
In risposta a normative stringenti come il Regolamento REACH, al protocollo ZDHC (Zero Discharge of Hazardous Chemicals) e alle crescenti aspettative di brand e consumatori, si stanno imponendo nuove tecnologie tintoriali orientate a ridurre gli impatti ambientali, chiudere i cicli di processo e promuovere la circolarità nella produzione tessile.
Tecniche innovative di tintura a basso impatto
L’innovazione in questo ambito si manifesta attraverso soluzioni che trasformano radicalmente il modo in cui il colore viene applicato ai tessuti. Una delle tecnologie più promettenti è la tintura senza acqua. Essa sfrutta la CO₂ in stato supercritico – un fluido denso come un liquido ma con proprietà di diffusione proprie dei gas – come veicolo per il colorante. Questa tecnica consente una tintura efficace su fibre sintetiche, in particolare poliestere, senza generare scarichi liquidi e con la possibilità di recuperare e riutilizzare il gas stesso. Aziende come DyeCoo stanno guidando questa rivoluzione offrendo soluzioni industriali già operative su scala.
Accanto a queste tecnologie, stanno guadagnando terreno i sistemi a ciclo chiuso, che permettono il recupero e la riutilizzazione delle acque di lavaggio e dei bagni di tintura. In questo modo, si possono ottenere risparmi fino al 90% sul consumo idrico complessivo, integrando queste soluzioni anche su impianti esistenti. Un esempio di rilievo è il sistema ECOfree 2 sviluppato già dal 2017 dalle innovazioni della ditta Tonello, applicato con successo nel trattamento di denim e tessuti tinti in capo.
Un ulteriore ambito di ricerca scientifica e accademica (Biotechnology Advances, 2021) è rappresentato dalla tintura enzimatica, che sfrutta enzimi naturali come laccasi o perossidasi per attivare e fissare il colore alle fibre, a temperature decisamente inferiori rispetto ai processi convenzionali. Questo approccio, particolarmente efficace su fibre naturali come cotone e lana, consente un abbattimento significativo del carico termico e chimico dell’intero processo.
Da Textile Exchange e Textile Value Chain rileviamo anche che nel panorama delle tecnologie più recenti rientra anche il ritorno a coloranti naturali e pigmenti biodegradabili, derivati da fonti vegetali, microbi o sottoprodotti agroalimentari. Progetti come Living Colour nei Paesi Bassi o le Botanical Dye di Pangaia stanno dimostrando come questi coloranti possano offrire non solo una valida alternativa ecologica, ma anche buoni standard di solidità e replicabilità industriale.
Benefici industriali e ambientali
L’adozione di queste tecnologie offre benefici tangibili: la riduzione drastica delle acque reflue tossiche, un minor consumo di energia e ausiliari chimici, una maggiore efficienza nei tempi di processo e soprattutto la conformità a standard internazionali come REACH, ZDHC e OEKO-TEX®. Tali pratiche permettono inoltre di rispondere alle esigenze di tracciabilità e sostenibilità richieste dai principali marchi globali.
Sfide da affrontare
Tuttavia, non mancano le sfide. L’adattabilità delle nuove tecnologie alle diverse fibre – in particolare tra fibre naturali e sintetiche – resta un tema aperto. A ciò si aggiungono gli elevati costi iniziali per l’implementazione di nuovi impianti, la necessità di formazione tecnica del personale e la standardizzazione dei processi alternativi per garantirne l’affidabilità industriale.
L’evoluzione della tintura tessile verso modelli sostenibili è una realtà concreta, non più un’utopia. L’innovazione tecnologica, se accompagnata da una visione sistemica e supportata da consulenza tecnica competente, rappresenta non solo un’opportunità per ridurre l’impatto ambientale, ma anche un vantaggio competitivo sul mercato internazionale.
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