Equilibri pomposi
Certo tutti rimasero incantati dallo stupendo abito di Cenerentola. Beh, Cenerentola ci riuscì a sfoggiare un fascino glamour al famoso ballo per conquistare il suo principe con un abito che non era uno straccetto da bancarella, ma una costruzione ingegneristica costituita da materiali quasi utopistici. Non era di certo un tubino, ma un abito ceruleo costituito da una gonna voluminosa composta da più di una dozzina di strati di seta in diverse tonalità di celeste, turchese e lavanda. Lo strato superiore era anch’esso in seta ma di una seta molto leggera e pregiata. Gli strati sottostanti erano costituiti invece da un materiale incredibilmente leggero che fluttuava in maniera armoniosa durante il movimento. Non potevano che mancare una manciata di cristalli sparsi su tutto l’abito per rendere effettivamente sbalorditivo il magico momento chimerico. Per non parlare poi del fulcro del Glamour, in quanto le sue scarpette non erano fatte di un comune materiale, ma esclusivamente di cristallo. Per quanto possa essere un’immagine fantasiosa, la realtà non è stata nella storia del costume sicuramente da meno, perché l’abito pomposo e ricercatissimo è sempre stato il tipico costume delle dame sovrane. Così come anche l’abito del famoso “Si”, non poteva non essere da meno per alcune cenerentole, in quanto almeno per un giorno, così come è narrato nelle favole, queste potessero pensare di essere la regina di tutte le principesse. Per quanto possa essere opinabile di cosa possa essere meraviglioso e/o sbalorditivo un abito, una calzatura, un accessorio e/o l’accostamento di tutte le componenti, esiste senz’altro il bon ton di essere glamour. Tanto per rimanere in tema di regalità, è senz’altro Elisabetta II la regina di tutti i tempi e senza tempo. Forse è stata la meno noiosa di quelli del suo stesso rango sociale, ma non solo. La Regina Elisabetta II è stata indubbiamente la maestra di uno stile glamour e i suoi look sgargianti hanno segnato una pagina della storia della moda. La sua moda non era necessariamente “alla moda”, era un gradino più in alto. Sotto il regno di Elisabetta II, la moda è sempre stata più che un semplice abbigliamento, ma uno strumento politico, un mezzo di comunicazione per veicolare messaggi in codice e prese di posizione. La totalità delle sfumature dei colori che ha caratterizzato il look della regina non era difatti lasciata al caso. I colori gli servivano sia per essere immediatamente riconoscibile in mezzo alla folla e sia per mandare messaggi diplomatici, come quello di adottare le cromie nazionali dei paesi di cui era in visita. Lo stile personale di Elisabetta, minimale nelle linee con materiali che non dovevano essere troppo leggeri per evitare che svolazzassero al vento, oltre ad essere comunicativo ha raggiunto livelli inediti di iconicità con gli accessori. Il cappello, per esempio, un accessorio immancabile nel guardaroba della sovrana, che lei stessa dipinse scherzosamente come la “ciliegina sulla torta”, era il vero tocco glamour del proprio look. Oltre ad essere un’opera d’arte in piena fioritura, impellicciato, scultoreo oppure minimal rappresentava anche un vero e proprio segnale di status. A differenza delle tante cenerentole, Elisabetta cristallizzò il suo stile in un oggetto unico ben definito, come anche fece del resto la regina dello stile e del glamour Mademoiselle Gabrielle in arte Chanel che attraverso il simbolo della camelia ne fece un codice eterno della Maison come simbolo di eleganza, familiarità, riconoscibilità, identità e sicurezza.