Il profumo dell’innovazione digitale
Abbiamo l’abitudine di estrapolare il futuro dal presente e persino dal passato. C’è chi lo fa in maniera ottimista guardando ciò che la tecnologia ha portato con i diversi benefici nei compiti e nelle mansioni, c’è chi invita invece appassionatamente l’uomo ad una pausa di riflessione perché pensa che il vortice magico della tecnologia lo travolga, rendendolo di fatto, meno e non più umano. Sicuramente dobbiamo considerare che internet ha portato nella nostra vita diversi benefici e che la rete ha contribuito al miglioramento della vita portando dei vantaggi nelle distanze tra persone. La comunicazione è sempre veloce e immediata, sia nel lavoro che nella vita privata. Pensiamo allo smart working che oggi è davvero fattibile e ogni informazione è accessibile praticamene da chiunque. I tour virtuali possono farti vedere un museo a distanza, così come è possibile acquistare prodotti quando i negozi sono chiusi e ricevere il prodotto il giorno dopo. Non solo, anche l’accesso alle piattaforme di formazione, gratis e/o a pagamento, é fruibile liberamente e per tutti imparare è diventato più semplice e veloce. Sono questi mezzi digitali che ci consentono di tenere i rapporti con le persone che sono lontane, ma anche di comandare elettrodomestici o sistemi integrati a distanza in una casa domotica. Non sottovalutiamo che da questi sistemi si sono create nuove professioni nel lavoro, anche se la robotica rimpiazzerà alcune professioni obsolete o pericolose per il genere umano. Purtroppo bisogna considerare che, come tutte le novità che entrano a far parte della vita di tutti, porta anche degli svantaggi perché dobbiamo ancora imparare a gestirle. In contrapposizione difatti abbiamo i giovani che socializzano a distanza, stando chiusi in casa. È cambiata la consistenza dei rapporti e la loro veridicità. Non ci si frequenta più in piazze reali, ma in piazze virtuali dove è anche difficile capire il confine tra realtà e finzione. Ci sono fenomeni difficili da gestire sul piano emotivo e psicologico come gli eventi del Cyberbullismo, degli haters che esprimo e incitano all’odio e delle shit-storm offensive. Certo, per i ragazzi della mia generazione, ormai non più tanto giovani, che hanno avuto modo di vivere l’era del boom economico degli anni ’80, passando per i periodi di crisi fino al periodo che oggi racchiude quella che è denominata era digitale, forse è più facile apporre considerazioni pro o contro internet. Personalmente considero questo periodo un momento eccitante nella storia del genere umano, e nel complesso sono molto ottimista riguardo al futuro, anche se tutti noi abbiamo l’assoluta necessità di delineare e mettere in pratica un approccio più olistico alla governance della tecnologia. Ciò che mi disturba è che l’innovazione digitale ancora non è in grado di appianare tutti i cinque sensi del genere umano. Soddisfa senz’altro la vista e l’udito, ma il gusto, il tatto e soprattutto l’olfatto non sono ancora replicabili attraverso la tecnologia e queste occludono quelle che potrebbero essere delle passioni per l’uomo. Sono in parte ques’ultime quelle che hanno motivato a farmi perseguire un certo percorso professionale e spesso penso a chi questo percorso, per motivi di digitalizzazione, non potrà mai assaporarlo. La passione per le scarpe è nata difatti quando da giovane entravo nelle fabbriche e quel profumo di mastice e dei pellami conciati era inebriante. Toccare poi il prodotto finito, costituito ognuno da materiali diversi e messi insieme dalle fatiche degli operai, era trascendentale, come potrebbe essere, ma non la è, una sensazione virtuale.