Leather generation
L’industria conciaria europea, con la sua storia millenaria, rappresenta un pilastro fondamentale del settore manifatturiero, coniugando la tradizione artigianale con un costante spirito innovativo. I pellami prodotti in Europa si distinguono globalmente per la sua eccellenza in termini di qualità, tecnologia e impegno verso la sostenibilità ambientale e sociale. La produzione di pelle solleva questioni etiche ed ambientali poiché gli animali non vengono macellati principalmente per la loro pelle ma per scopi alimentari. Il recupero delle pelli grezze è cruciale per evitare lo smaltimento come rifiuto, riducendo il rischio di un disastro ambientale e sanitario globale. Utilizzare la pelle aiuta a ridurre la dipendenza da materiali sintetici non rinnovabili, contribuendo a mitigare la diffusione di microplastiche nell’ambiente e nella catena alimentare. Le dimensioni del settore conciario delle pelli sono variegate, con una predominanza di piccole e medie imprese che rappresentano la spina dorsale di questa industria. A livello europeo, le concerie riflettono le caratteristiche specifiche delle rispettive regioni, con una prevalenza di imprese specializzate nella produzione di pellami per l’industria del calzaturiero, pelletteria e moda nel Sud Europa (Italia, Spagna, Francia, Portogallo), mentre nel Centro e Nord Europa (Austria, Germania, Paesi Bassi, Svezia, Danimarca, Regno Unito) si evidenzia una maggiore presenza di aziende di dimensioni più consistenti che si concentrano principalmente nel settore degli interni per l’automotive, l’arredamento e il design d’interni. L’Italia, con oltre 1.200 aziende, guida la classifica delle concerie europee, seguita da Spagna, Portogallo, Francia e Regno Unito. La produzione europea di pelletteria si distingue per la sua capacità di lavorare pellami di alta qualità provenienti da diverse tipologie animali, con la pelle bovina che rappresenta la maggioranza della produzione (oltre l’80%), seguita da ovini e caprini e da pelli esotiche (1%) che rappresentano una quota minima ma di alto valore per il settore del lusso. Un elemento significativo è il riciclaggio dei sottoprodotti di origine animale, che costituiscono la stragrande maggioranza della produzione di pelle nell’UE, sottolineando l’importanza della sostenibilità in questo settore. La qualità dei pellami europei si traduce direttamente in valore, con una forte presenza nei segmenti di mercato di fascia alta e medio-alta, contribuendo alla creazione di valore aggiunto lungo tutta la catena produttiva. In sintesi, l’industria conciaria europea, con la sua storia, la sua qualità e la sua capacità innovativa, rappresenta un pilastro economico e culturale del continente, generando valore e occupazione per migliaia di aziende e milioni di persone.
Indicatori innovativi, sociali e ambientali
L’industria conciaria si trova attualmente in una fase dinamica caratterizzata da una serie di sfide e opportunità. A livello macroeconomico, il settore è influenzato da una combinazione di fattori, tra cui il recupero dalla pandemia che è ancora presente e le tensioni geopolitiche che incidono sui prezzi delle materie prime ed energia. Nonostante questo complesso contesto, l’industria conciaria italiana ha registrato una crescita in valore nel 2022, con prospettive positive anche per il secondo semestre del 2023, specialmente nei segmenti di mercato del lusso. Tuttavia, le dinamiche di mercato variano a seconda delle aree geografiche, con segnali contrastanti provenienti dalla Cina e dagli Stati Uniti. Nonostante le oscillazioni del mercato globale, la concia italiana ed europea rimane un punto di riferimento di eccellenza nel settore, mantenendo la sua leadership internazionale, distinguendosi anche per il suo impegno nella gestione delle risorse umane, fondamentali per un settore che coniuga tradizione ed innovazione. I dati contrattuali evidenziano una stabilità nel rapporto di lavoro, con la maggior parte dei dipendenti beneficiari di contratti a tempo indeterminato, riflettendo una tendenza verso condizioni lavorative più sicure e affidabili nel lungo termine. Nonostante le sfide stagionali e di mercato, l’utilizzo di contratti flessibili rimane limitato, segnalando un’attenzione al mantenimento di relazioni di lavoro stabili. Tuttavia, l’analisi demografica rivela una tendenza all’invecchiamento della forza lavoro, con una diminuzione dei dipendenti più giovani e un aumento significativo della fascia di età più anziana. Questo fenomeno, unito alla difficoltà nel ricambio generazionale, rappresenta una sfida critica per il settore, poiché potrebbe compromettere la sua competitività futura. Per affrontare questa sfida, diventa essenziale per l’industria conciaria europea sviluppare strategie volte a promuovere una migliore reputazione del settore, sensibilizzare giovani talenti, promuovere la formazione tecnica e facilitare il trasferimento di conoscenze dai lavoratori più anziani a quelli più giovani.
L’impronta ambientale dell’industria conciaria europea è analizzata in diversi ambiti chiave. In termini di consumo di prodotti chimici, è stato riscontrato un aumento del 6% dal 2016 a qualche anno fa, principalmente dovuto al coinvolgimento di un maggior numero di aziende che lavorano con pelli grezze. Questo ha comportato un maggiore impiego di sostanze chimiche, specialmente per la produzione di pelli per settori come l’automotive e l’arredamento. Però, l’industria ha anche assistito a una crescente richiesta di pelli metal-free, che richiedono quantità aggiuntive di ausiliari per mantenere le prestazioni desiderate. Per quanto riguarda il consumo energetico, è stato registrato un calo del 12% grazie all’adozione di soluzioni ad alta efficienza energetica e all’implementazione di sistemi di gestione dell’energia. Il gas naturale rimane la principale fonte di energia per l’asciugatura delle pelli, ma le concerie stanno investendo sempre più nelle energie rinnovabili. Anche nell’uso dell’acqua, l’industria conciaria ha ridotto il consumo del 7% negli ultimi anni attraverso l’implementazione di processi e tecnologie più efficienti, nonostante un aumento nel numero di aziende a ciclo completo che tradizionalmente consumano più acqua. La gestione delle acque reflue rimane una sfida, ma sono stati compiuti progressi significativi nella riduzione degli inquinanti. Infine, per quanto riguarda la produzione di rifiuti, l’industria conciaria si è dimostrata un esempio di economia circolare, con un alto tasso di recupero e riciclo dei sottoprodotti e dei rifiuti. Nonostante ciò, il volume di rifiuti è aumentato, in parte a causa del coinvolgimento di più aziende a ciclo completo e dalla circolazione di pelli grezze di qualità inferiore.
Il next level del conciato
Il 2023 si è rivelato un anno intriso di sfide e ostacoli che hanno influito sul panorama dell’industria conciaria, con una serie di fattori come tensioni geopolitiche, l’aumento dei prezzi e le fluttuazioni del mercato globale. Nonostante ciò, l’industria conciaria italiana continua a dimostrare la sua rilevanza e il suo ruolo di spicco nel panorama mondiale della moda, con i conciatori italiani che affrontano le sfide del 2024 come un’opportunità per riaffermare la loro leadership nel settore. L’importanza dei risultati ottenuti dalle aziende italiane, nonostante le difficoltà incontrate nel corso del 2023, conferma il primato dell’industria conciaria italiana che rappresenta circa due terzi della concia in Europa e un quarto a livello mondiale. Nonostante le difficoltà congiunturali e quelle globali, dall’inflazione alle guerre in corso, dal calo registrato nei mercati tradizionalmente forti come Cina, Hong Kong e America, il dialogo con il settore del lusso rimane attivo, con auspici di una ripresa significativa. Le rassegne internazionali dedicate al settore del conciato testimonia la vitalità del distretto, con operatori che si preparano con vigore per gli eventi futuri. Tra le costanti del settore conciario italiano resta l’impegno per l’ecosostenibilità, l’ecodesign e la sicurezza sul lavoro, elementi imprescindibili per un’operatività di successo nel mercato attuale.
Tra chi è presente nel percorso della ricerca nei Sistemi Innovativi e Sostenibili per la lavorazione dei pellami, la Conceria Nuvolari srl di Monte Urano (FM), con cinque tipologie di prodotti denominati NATURE-L, SKIN GOAT, GRAPHENE LEATHER, NEPTUNE e ALLURE, si distingue e si differenzia nel mercato. Oltre agli specifici trattamenti naturali ed idrorepellenti che l’azienda apporta su alcuni specifici articoli come Neptune e Allure, i pellami si caratterizzano per le proprietà Metal Free e Biodegradabili. Di grande innovazione tecnologica brevettata è il pellame sostenibile Skin Goat privo di prodotti chimici, che si caratterizza per quei requisiti elevati dei livelli di traspirabilità, termoregolazione e comfort, come richiesti appunto dall’industria calzaturiera e di abbigliamento. Il trattamento del grafene, con cui è trattato il pellame Grafene Leather, idoneo all’impiego in ambito dell’abbigliamento, calzature e per sedute nell’arredamento, concede invece caratteristiche di resistenza elevata agli stress meccanici e requisiti di sostenibilità, oltre ad apportare benefici per la salute e il benessere delle persone perché è antibatterico pari al 99,99%. Nel raggiungimento del fine di avere un impatto ambientale zero e con netta riduzione dei costi dello smaltimento, la Conceria Nuvolari, nel processo produttivo per realizzare il pellame Nature-L, un prodotto atossico e non inquinante, certificato biodegradabile e compostabile, ha compensato difatti e ridotto le Emissioni di Anidride Carbonica.
Non di meno è il Gruppo Faeda Spa di Montorso Vicentino (VI), simbolo del Made in Italy nel settore conciario, che si presenta con pellami innovativi per il lusso della pelletteria, calzatura e arredamento. Abbracciando gli obiettivi dell’Agenda 2030, in termini di sostenibilità, sociale e tracciabilità, vige nel Gruppo Faeda un rigoroso regolamento REACH dell’UE, a garanzia che le sostanze chimiche utilizzate siano sicure per la salute e l’ambiente. Ad oggi, il 99,88% dei prodotti di Faeda è conforme alla Manufacturing Restricted Substances List di ZDHC.
Analogamente predomina anche il Gruppo Mastrotto Spa di Arzignano (VI), che negli anni ha costruito il modello business considerando gli aspetti centrali della sostenibilità, declinati sulle tre macroaree Ambiente, Economia, Società, in linea con i principi ESG promossi dall’Unione Europea e con gli obiettivi dell’Agenda 2030. Una struttura istituzionale capace di produrre pelli bovine per calzatura, arredamento, abbigliamento, pelletteria, automotive, nautica e aviazione. Ogni diversa tipologia di materie prime scelte e le lavorazioni adottate durante la concia, permettono al Gruppo di proporre una gamma estremamente varia, capace di soddisfare qualsiasi settore di mercato. In evidenza è l’attività brevettuale del Gruppo Mastrotto con il progetto “REVIVA”, capace di riutilizzare gli scarti di pelle finita e di completare così la circolarità del processo di valorizzazione di sottoprodotto tipico del ciclo conciario, che la fa eccellere nella ricerca e nell’innovazione dei materiali dedicati al mondo del fashion. Sempre in merito ai progetti ecosostenibili, compostabili e biodegradabili, non è possibile tralasciare l’esclusivo prodotto denominato “Hummus” del brand Vicenza Pelli – Conceria San Biagio di Chiampo (VI), che si contraddistingue per la sua caratteristica derivante da un risultato complesso di sostanze organiche nella decomposizione di residui vegetali e animali. Una innovazione che oltre a distinguere il progetto ecosostenibile, è presente anche negli altri pellami intramontabili, dove i trattamenti, le colorazioni e le lavorazioni identificano e hanno sempre distinto il brand Vicenza Pelli. Una passione per la qualità dei pellami, innovazione e rispetto per l’ambiente, contraddistingue anche la DANI Spa di Arzignano (VI), che propone prodotti sia per il settore Calzatura, Pelletteria e Abbigliamento, ma anche per il settore Arredamento & Contract, Automotive, Transportation, Smart Devices e Selleria. In base ad ogni collezione proposta ed in merito al settore di appartenenza, è possibile difatti constatare le singolari innovazioni. Dall’eliminazione dei solfuri sostituiti con l’acqua ossigenata, dall’eliminazione della calce idrata sostituita da un alcalinizzante migliorativo fino all’eliminazione dei tensioattivi nella fase di depurazione sulle pelli processate. Ed ancora, dai trattamenti, che rispetto alle produzioni tradizionali, sono meno impattanti, dall’uso di acque della Vegetazione Olearie (AVO) per generare collezioni di pellami, ma circolari all’interno della filiera alimentare, dalle conce alternative e sostenibili a base dell’eco-minerale Zeolite e/o prive di cromo o altri metalli pesanti fino all’uso di tecnologie e proprietà uniche ed esclusive per una resa del pellame resistente al fuoco e alla generazione di fumo e gas tossici.
…in conclusione
Tra le aziende menzionate riconosciamo che il vigore, l’impegno per l’ecosostenibilità, per l’ecodesign e per la sicurezza sul lavoro, non manca sicuramente alle concerie italiane, ma in conclusione mi sembra opportuno evidenziare che anche la ricerca di chi produce prodotti ausiliari alla concia abbia la sua meritocrazia. Per concia si riferisce difatti alla procedura di trattamento chimico delle pelli grezze, che è un procedimento essenziale per renderle i pellami più forti, più flessibili e resistenti alla decomposizione. Durante il processo di concia, acidi, alcali, sali, enzimi e agenti concianti vengono utilizzati per sciogliere i grassi e le proteine non fibrose, nonché per legare chimicamente le fibre di collagene c’è bisogno di agenti concianti, ma tutti questi prodotti possono essere difatti cagioni di effetti inquinanti. Grazie ai suoi 160 anni di storia negli estratti vegetali ed alla sua esperienza nel fornire soluzioni sulla concia a basso impatto ambientale, i laboratori R&D della Silvateam Spa di San Michele Mondovì (CN) hanno difatti recentemente sviluppato tecnologie innovative per la produzione sostenibile dei pellami, chiamate Ecotan. I sistemi abbronzanti proposti dalla Silvateam si dividono in tre processi di concia: Concia vegetale tradizionale (senza cromo), che utilizza ingredienti naturali, tannini/polifenoli estratti dalla corteccia, dal legno, dai frutti e dalle foglie degli alberi; Concia wet white (senza cromo) che utilizza tannini sintetici, quali prodotti fenolici, disolfonici e naftalenici, aldeidi, metalli (Zirconio, Alluminio, ecc.) e oli; Concia ibrida al cromo che utilizza una combinazione di sali di cromo e Blancotan CAT, un nuovo tannino sintetico a base di un prodotto di condensazione diidrossidifenil-solfone.
In chiusura, è quasi inutile ribadire che la chiave del successo per una impronta ambientale dell’industria conciaria col proporre pellami di nuova generazione è data pertanto dalla condivisione e dalla cooperazione della ricerca, del know how e dalla determinazione aziendale nel raggiungere tali missioni.