Metamorfosi del prodotto tessile
Che cos’è un prodotto? Wikipedia definisce che in economia il prodotto è un insieme di attributi tangibili e intangibili di un bene o un servizio volti a procurare un beneficio a un utilizzatore, ottenuto tipicamente attraverso un processo di produzione o creazione a partire da risorse iniziali e con valore aggiunto finale. Con visione diversa, ma complementare, un prodotto è il risultato di un processo di realizzazione (se materiale) o di erogazione (se servizio, ovvero prodotto immateriale). Anche entrando nello specifico del settore tessile questa attribuzione ha la stessa valenza, ma è interessante capire come il prodotto si sia evoluto fino ai nostri giorni. Il prodotto tessile, nato esclusivamente per rispondere a un’esigenza fondamentale dell’uomo che era appunto quello di adattarsi alle condizioni climatiche, ha cominciato ad assolvere anche altre funzioni, come per esempio la distinzione sociale; difatti gli indumenti realizzati con tessuti pregiati o decorati in modo ricercato sono serviti a ostentare la superiorità o il potere di chi li indossava. Altri elementi evolutivi hanno caratterizzato il prodotto tessile, come il taglio, la manifattura e la qualità. Di conseguenza questi hanno dato vita anche a titoli ad alcuni maestri tessili, conferendogli stima e autorevolezza, ma anche idolatria in quanto “geni o miti creativi”. Da qui, le costruzioni e sagome modellistiche hanno dato vita alla figura umana una mutazione in nuovi corpi. Ripercorrendo la storia del costume si evince difatti come le metamorfosi tessili hanno caratterizzato in alcune epoche aspetti umani con forme grottesche e a volte imponenti, come voler affermare che il semplice aspetto naturale dell’uomo fosse invece un’immagine inferiore. Una sorta di competizione estetica contro la sua stessa natura. L’uomo difatti fugge dalla propria immagine naturale, copia e sfida il suo mito per essere uguale, superiore e diverso agli altri. Una sorta di correlazione ovidiana si trapela in questa contesa che al cospetto potrebbe sembrarci esclusivamente epica, ma ahimé contemporanea. L’uomo attuale ambisce alla singolarità per essere venerato e/o preso come esempio e lo ostenta attraverso l’apparire. In fondo la frenetica guerra di una ricerca innovativa è all’apice di una metamorfosi continua ma che forse non ha raggiunto ancora la sommità dell’appagamento personale. In quale proiezione siamo diretti? Difficile dirlo! Le strade intraprese si diramano in più direzioni. Ormai anche la caotica direzione intrapresa dalle aziende di settore si divide tra alcuni brand che cercano di salvaguardare la propria “mission” senza ascoltare gli “influencer”, ormai pionieri nel mercato economico. Tra aziende che puntano verso un concetto della sostenibilità, non avendo però ancora chiara la rappresentazione di come aderirne. Tra aziende, che per strategie di marketing, si sono messe a disposizione del cliente finale e creano un prodotto secondo le loro volontà. Da Carpisa a Timberland, solo per menzionare qualche brand, alcuni prodotti racchiudono la parola “customatizzazione”. Il prodotto diventa non più un emblema della casa di moda ma un articolo personalizzato dal cliente con accessori intercambiabili e/o creato direttamente con diversi materiali decisi dall’acquirente attraverso piattaforme di pre-creazione on line. Ormai è chiaro, l’uomo contemporaneo è sempre più lontano dalla visione di una appartenenza sociale e/o da aderire ad un sistema sostenuto da una maggioranza di persone. I cinque istinti principali del mondo antico, l’amore, l’ira, l’invidia, la paura e la sete di conoscenza non fermerà l’uomo contemporaneo che ha già iniziato a sfidare gli dei e/o i suoi miti e ad innamorasi solo di se stesso, come Narciso lo fece con il proprio riflesso.