Oltre la linea
Tracciare gli spazi è stata sempre un’indole dell’uomo. Le linee di demarcazione o di confine sono segni materiali o ideali che definiscono i limiti. Uno spazio circoscritto che raccoglie tutto quanto esiste, nella realtà o nell’immaginazione, di concreto o di astratto, di materiale o d’ideale. È un fattore cognitivo le cui conoscenze ci danno già delle risposte oggettive e forse di rassicurazione in quanto concrete e collaudate. Forse inconsapevolmente ogni giorno siamo circoscritti in spazi delimitati da linee.
Le linee di demarcazione di una strada che dividono le carreggiate sono sicuramente le più comuni all’uomo attuale, ma forse per consuetudine le vediamo soltanto come ci hanno insegnato oggettivamente a vederle. Anche le linee gialle poste all’interno di una stazione della metropolitana o di una stazione ferroviaria sono altrettanto attuali e indicano dei segnali cautelativi. Poi ci sono linee meno conosciute che possono essere confuse come semplici elementi decorativi. Per esempio quella linea bicolore che ritroviamo nelle navi che ci indica l’intersezione della linea di galleggiamento al massimo carico consentito. Questa linea, che prende il nome dal suo inventore Samuel Plimsoll, ha curiosamente caratterizzato anche altri prodotti come per esempio la famosa scarpa sportiva nata nel 1850, costruita con una suola di gomma e il resto della tomaia in tela. Quella linea in contrasto, che ancora oggi ritroviamo attorno al bordo della suola in gomma delle famose All Star e delle tante sneakers similari, per quanto attualmente potremmo associarla ad un semplice elemento decorativo, richiamava invece il limite di protezione del piede ed è posta come limite alle infiltrazioni dell’acqua di alcuni impaludamenti che si poteva e si possono trovare oggi nei percorsi sportivi. Una linea che ha determinato per quasi un secolo un principio eloquente ma anche limitante, quando finalmente qualcuno decise di scavalcarla introducendo nuovi design e materiali innovativi alla scarpa da ginnastica. Un secolo fermo e improduttivo, come se quella linea fosse il limite creativo tra le due diverse materie e che forse solo i filosofi e i poeti erano capaci di abbatterla con l’immaginazione e andare oltre e verso l’infinito, senza essere considerati eccentrici o visionari. Un’allegoria poetica leopardiana che ci riporta nel colle solitario, dove quella siepe che impedisce di osservare l’orizzonte, ostacola l’autore ma per quanto curioso lo porta a lasciare spazio a una profonda introspezione e immaginazione allontanandosi dagli elementi naturali occludenti. Così come Nike, allontanandosi da ciò che fino ad allora era il limite invalicabile, ridisegnò il panorama delle calzature sportive introducendo materiali in schiuma elastica e tomaie viniliche. Un azzardo che trasformò i principi stabiliti ma esso si rese pioniere di un messaggio che molte aziende produttrici perseguono oggi introducendo quelle innovazioni che caratterizzano le scarpe sportive. Un tipo di comunicazione che anche Steve Jobs davanti ad una platea di giovani li consigliò di non lasciarsi intrappolare dai dogmi in quanto l’avrebbero portati a vivere secondo il pensiero altrui. << Non lasciate che il rumore delle opinioni degli altri soffochi la vostra voce interiore. E, ancora più importante, abbiate il coraggio di seguire il vostro cuore e la vostra intuizione. In qualche modo loro sanno cosa volete realmente diventare. Tutto il resto è secondario. Siate affamati. Siate folli >>