Potenzialità dell’IA per l’internalizzazione …opportunità e sfide per lo sviluppo dell’export italiano
Analisi sullo sviluppo dell’export attraverso nuovi strumenti come IA
L’Intelligenza Artificiale (IA) sta entrando prepotentemente nella nostra vita quotidiana e nelle attività fino ad oggi svolte dagli “umani”.
Negli ultimi tempi sta diventando sempre più chiaro quanto tale strumento possa essere utilizzato da ciascuno di noi per semplificare la propria vita e attività, anche e soprattutto lavorative.
L’IA offre opportunità senza precedenti per migliorare l’efficienza e l’innovazione, ma presenta anche rischi significativi che richiedono una riflessione approfondita e una governance oculata.
Se guardiamo ad aspetti legati al business al commercio internazionale, l’adozione dell’IA può rivoluzionare il modo in cui le attività lavorative vengono svolte.
Innanzitutto, l’IA può ottimizzare i processi produttivi, consentendo una più corretta programmazione, maggiore precisione e tempi di produzione più rapidi e processi produttivi più efficienti.
Grazie all’apprendimento automatico e all’analisi predittiva, le aziende possono migliorare la pianificazione della produzione, riducendo gli sprechi e ottimizzando le risorse.
Essa può anche aiutare nella creazione di nuovi modelli.
Recente è la notizia di una calzatura italiana artigianale disegnata dall’intelligenza artificiale, fatta a mano da un’azienda abituata a lavorare per grandi brand del lusso, ma controllata, in ogni fase della lavorazione, dalla tecnologia blockchain.
Quanto agli aspetti commerciali, l’IA può potenziare la personalizzazione e la progettazione dei prodotti. Attraverso algoritmi avanzati, è possibile analizzare i dati dei consumatori e anticipare le tendenze di mercato, consentendo alle aziende di creare prodotti su misura che soddisfino le esigenze individuali dei clienti.
L’IA può migliorare l’esperienza complessiva del cliente, facilitando la ricerca e l’acquisto di prodotti online e offrendo servizi di assistenza personalizzati attraverso chatbot e sistemi di supporto automatizzati.
Può inoltre assistere l’azienda nella raccolta e analisi dei dati relativi ai mercati di interesse o ascoltare il sentiment dei consumatori rispetto a temi o prodotti specifici tramite il monitoraggio e lo sfruttamento e dei dati presenti sui social network (privacy permettendo!). Esistono sul mercato già numerosi strumenti che svolgono queste attività e con buoni risultati rispetto a pochi anni (o mesi!) fa.
In questo contesto, l’Intelligenza Artificiale è un potente alleato per le aziende italiane, offrendo numerose applicazioni che possono contribuire in modo significativo alla competitività aziendale a livello internazionale insieme agli altri fattori legati alla qualità del prodotto e al “Made in Italy”.
Come può essere utilizzata nell’ambito dei processi di export?
Essa può essere senz’altro applicata alle classiche attività commerciali e di marketing legate all’export.
Se parliamo di export digitale, tramite la raccolta e analisi dei dati tramite il web, sono identificabili modelli di comportamento dei clienti target nonché preferenze ed esigenze individuali che le aziende possono andare a soddisfare in modo mirato.
Un esempio di tale strumento è l’uso di sistemi di raccomandazione di prodotto su siti web e-commerce.
Quando i clienti navigano su un sito web (o una applicazione), l’AI può monitorare le loro attività e proporre automaticamente prodotti o servizi che ritiene possano essere interessanti per l’utente in base al comportamento passato e gli acquisti già effettuati, migliorando il processo di offerta e quindi aumentando le vendite e il cross-selling.
La personalizzazione dell’esperienza di acquisto dell’utente anche al fine di presentare offerte, messaggi o una interfaccia personalizzati in base al comportamento e tipo di utente, crea un maggiore coinvolgimento dell’utente (poiché migliora la customer experience) e, di conseguenza, vi sarà una maggiore fidelizzazione al brand.
Nell’ambito del customer service, tramite l’impiego di chat-bot e assistenti virtuali, fornisce un supporto all’azienda per attività di assistenza post-vendita per qualsiasi mercato poiché riesce ad eseguire le attività di assistenza in qualsiasi lingua.
Nell’ambito della logistica, è possibile ottimizzare le strategie di consegna e ridurre tempi di transito e costi di trasporto.
Aiuta a gestire la catena di approvvigionamento, monitorando l’andamento delle vendite, le scorte di magazzino e lo stock di prodotti, migliorando notevolmente l’efficienza operativa.
Tali scelte avranno come conseguenza un minore impatto ambientale, oltre ovviamente che una riduzione dei costi, impatto positivo sul cash flow aziendale e risvolti fiscali anche e soprattutto in caso di consignment stock, magazzino proprio o magazzino improprio all’estero.
Utilizzare l’IA per automatizzare i processi di cui sopra consente alle aziende di concentrare le proprie risorse, sia economiche che di personale, su attività ad alto valore aggiunto come, ad esempio, la definizione delle strategie di ingresso o di espansione in uno o più mercati esteri, potendo essere di grande aiuto nel commercio internazionale.
Quindi, un paradiso. Si potrà fare business senza più pensieri?!… non proprio!
Ovviamente, le opportunità sono enormi ma vanno gestite in modo consapevole e conoscendone i rischi giuridici e i possibili risvolti.
Ad esempio, circa un anno fa (2 aprile 2023) l’Italia ha implementato la Direttiva Omnibus, una direttiva europea che disciplina – tra le altre cose – l’obbligo per i professionisti che gestiscono un marketplace o un e-commerce di indicare: (i) i parametri principali che determinano la classificazione dei prodotti presentati e offerti al consumo e dei criteri di importanza di tali parametri; ed inoltre (ii) la presenza di un annuncio che migliora la classificazione del prodotto rispetto agli altri risultati. Tali obblighi valgono, a mio avviso, anche alle classificazioni operate tramite la profilazione dell’utente tramite l’IA.
Dunque, se si utilizza l’IA sul proprio Sito internet occorre spiegare agli utenti che navigano sul sito i criteri adottati dall’intelligenza artificiale per offrire in vendita i prodotti.
Vi sono anche risvolti etici in tema di trattamento dei dati personali e pratiche commerciali scorrette, con conseguenze sanzionatorie e di natura penale.
I dati raccolti e utilizzati dalla IA per le analisi eseguite sono dati personali di comportamento degli utenti.
Occorre innanzitutto che l’utente abbia fornito il consenso al trattamento dei propri dati e che vi sia uno specifico riferimento al trattamento automatizzato.
Occorre inoltre comprendere se e come l’uso di tali dati da parte dell’IA possa essere considerato conforme all’ormai nota normativa sulla privacy (General Data Protection Regulation, “GDPR”). È una domanda a cui non esiste ancora risposta certa.
L’IA è un potente strumento di marketing e fidelizzazione del cliente. Ma vi è un concreto rischio di distorsione delle scelte di acquisto del consumatore, soprattutto quando questi non realizzi di essere guidato da un processo automatico nella scelta dei prodotti da acquistare, soprattutto quando tale processo non è reso palese o non è in alcun modo modificabile dall’utente.
Eloquente è la manleva da responsabilità resa da una delle più conosciute applicazioni di intelligenza artificiale che, sotto la tringa di input dei dati, recita:
“ChatGPT can make mistakes. Consider checking important information.”
[ChatGPT può fare errori. È necessario controllare le informazioni importanti.]
In questo senso emblematico è stato il caso di un avvocato statunitense che in un processo giudiziario ha riportato in un atto un precedente giurisprudenziale inesistente creato ad arte dell’IA. Il legale – evidentemente – non aveva verificato le informazioni fornite dalla IA.
Perciò l’IA è utile ma vi saranno comunque attività ad alto valore aggiunto che difficilmente potranno essere sostituite o il cui apporto non è così facilmente “automatizzabile”.
Va sottolineato però che l’automatizzazione dei processi sta già portando e porterà alla riallocazione e riorganizzazione del modo di lavorare e dei posti di lavoro, in quella che è una nuova rivoluzione tecnologico-industriale, con conseguenti impatti sociali ed economici significativi.
Per sfruttare al meglio tale strumento mitigandone i rischi associati, le aziende dovrebbero:
- investire nella formazione e nello sviluppo delle competenze digitali dei dipendenti, garantendo una transizione fluida verso nuove tecnologie e processi automatizzati;
- implementare protocolli rigorosi per la gestione dei dati, garantendo la sicurezza e la conformità normativa in tutte le fasi del ciclo produttivo e distributivo;
- collaborare con istituzioni accademiche e organismi di regolamentazione per sviluppare linee guida etiche e normative per l’utilizzo responsabile dell’IA, soprattutto in settori di beni di consumo come quello calzaturiero;
- promuovere la trasparenza e la responsabilità aziendale, comunicando chiaramente agli stakeholder le politiche e le pratiche relative all’utilizzo dell’IA e alle implicazioni sul lavoro e sulla società anche in termini di sostenibilità aziendale.
L’Intelligenza Artificiale rappresenta una doppia sfida per le PMI italiane offrendo opportunità straordinarie per la rivoluzione del proprio business, ma anche rischi significativi se non correttamente utilizzata.
Solo adottando una prospettiva equilibrata e una governance prudente, le aziende possono sfruttare appieno il potenziale dell’IA per migliorare la competitività e preservare i valori fondamentali del settore Made in Italy.