Rigenerazione Bio-industriale
Potremmo pensare ad un capriccio estetico o pensare che qualcuno abbia voluto concretizzare ciò che era una visione fantascientifica, ma molte città stanno già cambiando la propria immagine metropolitana, dove enormi grattacieli, dall’abito cristallino o adornati da sostenibili orti, serre, giardini, prendono il posto di vecchie strutture dismesse, per ridefinire l’orizzonte urbano, per incrementare la qualità dello spazio cittadino e per migliorare le attività pubbliche. Sono Torri che puntano alle emissioni zero e all’utilizzo di fonti rinnovabili per il fabbisogno energetico, per vivere in osmosi con la natura e con l’ambizione di “produrre energia anziché consumarla”.
Da Rotterdam a Chicago, da Londra a Dubai, da New York a Manchester, da Canton a Manama, solo per citare alcune città, i nuovi colossi progettati in chiave “green” hanno sistemi di raccolta dell’acqua piovana per convogliarle nelle utenze dell’edificio. Presentano “fenditure” strategiche nelle facciata, atte ad incanalare le correnti d’aria in apposite turbine eoliche per produrre energia pulita gratuita. Facciate a doppia vetratura con sistemi oscuranti e vetri fotovoltaici per catturare la luce del sole ed utilizzarla per alimentarsi e vetri a bassa emissione, che permettono di ridurre le dispersioni termiche.
A partire dall’acciaio dell’intelaiatura, i materiali sono riciclati all’80%. Fanno ampio uso del bambù e legno per le finiture, pavimenti, pareti portanti e solai, ma anche di materiali dall’uso trasversale.
Non a caso l’etica della nuova architettura, che si impone nelle grandi città internazionali, si correlaziona anche a quello dell’interior design, al design, al costume e alla moda, dove i materiali prevalentemente eco si animano in simbiosi con riflessi a specchio, caleidoscopici, luminosi ma anche con aspetti alternati tra il lucido e l’opacizzato.
Non tutto è “Bio” ciò che luccica
Abituati a pensare che ciò che luccica è prezioso, oggi non lo è più e il concetto si sposta sicuramente su valori attuali e sono sempre pertanto le problematiche di impatto ambientale. Nel tessile, le alternative ai materiali di origine animale o di massa fossile sono sempre di più al centro dell’attenzione di industrie per creare un percorso di sostenibilità e per ridurre l’impatto ambientale della produzione. I materiali alternativi ai pellami di origine animale sono stati per alcuni momenti storici i tessuti “ecopelle” ma, pur avendo un sostantivo ecologico solo nel termine, è stato osservato che i processi di produzione, gli impianti e le sostanze chimiche utilizzate davano diverse criticità inquinanti che dovevano essere risolte.
Alla base di un tessuto ecopelle può esistere una trama che pùò essere di materiale diverso a seconda dell’effetto da ottenere, ma la spalmatura è composta prevalentemente da polimeri che compongono il PVC e il PU (Poliuretano). Pur avendo caratteristiche diverse, tra sostanze plastificanti e sostanze sintetiche, il tema della circolarità è centrale e rendono la riciclabilità di questi materiali e la gestione del fine vita di questi prodotti, un punto importante.
Per quanto molte aziende si stanno avvicinando in alternativa al contenuto di un materiale biobased per produrre un tessuto spalmato, nessuna certificazione sul mercato garantisce la totalità che sia di origine vegetale in quanto solo attraverso analisi tecniche e specifiche possono essere attestati se i prodotti contengono anche poliuretani o altri materiali plastici di supporto.
L’etica della trasparenza
I valori etici sono le basi su cui le persone governano il proprio comportamento. Sono guide di comportamento, normalmente accettate in modo sociale e aiutano a differenziarsi su ciò che è corretto o meno. Nel commercio, non sempre è stato adottata questo tipo di regola ma molte aziende hanno capito che promuovere il proprio prodotto o servizio attraverso una etica trasparente rafforza l’immagine brand e fidelizza il cliente all’azienda.
Giardini Spa: le BIO-Resine
Tra le diverse aziende produttrici di spalmati si segnala la società Giardini Spa di Vigevano (PV) che dal punto di vista dell’informazione ne ha fatto una immagine nitida e diretta offrendo al cliente anche un’attestazione delle analisi eseguiti su i propri prodotti.
L’azienda è specializzata in prodotti per il settore moda (tomaie in coagulato, fodere traspiranti ed assorbenti, microfibre con rifinizioni digitali) e per il settore tecnico/sportivo (microfibre hi tech, coagulati tecnici ). La GIARDINI attraverso le avanzate tecniche di produzione, l’alta conoscenza delle materie prime e l’abilità nel seguire l’evoluzione del gusto, offre ai propri clienti, in un mercato internazionale in continua evoluzione e sempre più sensibile alle tematiche ecologiche, una gamma completa di soluzioni per la realizzazione dei loro prodotti.
Gli articoli Giardini identificati come “BIO” sono prodotti con resine a base acqua. Si tratta di poliuretani i cui polioli hanno origine vegetale (mais) e, a seconda dell’articolo, la percentuale “BIO” varia. La datazione al radiocarbonio permette di misurare il contenuto biobased dei prodotti perché questi sono una combinazione di materiali provenienti da organismi vissuti recentemente e materiali fossili. Lo standard sviluppato per questo scopo prende il nome di ASTM D6866. I materiali provenienti da organismi vissuti recentemente (la componente biobased) contengono carbonio-14 mentre i materiali fossili (derivati dal petrolio) non hanno più questo isotopo debolmente radioattivo. Perciò tutto il carbonio-14 del prodotto proviene dalla componente biobased. Nel caso di un prodotto con componenti derivati delle colture e componenti petrolchimici, le analisi con ASTM D6866 utilizzeranno il contenuto di carbonio-14 per calcolare la quantità di prodotto ottenuta da vegetali e quella ottenuta dal petrolio.
Esempio: un prodotto fatto al 100% di polietilene proveniente dal petrolio risulterà avere lo 0% di contenuto biobased, mentre un prodotto fatto al 100% di polietilene derivato da piante risulterà avere un contenuto biobased del 100%. L’interpretazione e l’applicazione dei risultati è semplice. Un valore del 100% di carbonio “biobased” o “biogenico” indicherebbe che il 100% del carbonio proviene da piante o sottoprodotti di origine animale (biomassa) che vivono nell’ambiente naturale e un valore dello 0% significherebbe che tutto il carbonio deriva da prodotti petrolchimici, carbone e altre fonti fossili.
Conceria San Biagio: biodegradabilità e compostabilità nel progetto HUMMUS
L’azienda certificata LWG – Silver Medal nel 2019 ha raggiunto con la revisione dell’attestato, la medaglia Gold nel 2022. Il protocollo LWG garantisce ed attesta che le aziende affiliate operino, anche con i fornitori e terzisti, in un’ottica di alte prestazioni ambientali e sociali. ZDHC è un’altra certificazione acquisita dalla conceria San Biagio divenuta importante per il settore della concia che utilizzano prodotti chimici. Questo programma è nato per monitorare la gestione delle sostanze chimiche in ottica di precauzione e prevenzione, testando e certificando non solo i prodotti, ma anche le fasi di produzione.
La conceria San Biagio, dopo la nascita del marchio “Vicenza Pelli”, si allarga con un nuovo brand e un nuovo progetto denominato “Hummus”. Lo sviluppo di questo nuovo progetto nasce dalla volontà di dar vita a un sistema produttivo rispettoso dell’ambiente e quale miglior soluzione se non proponendo del pellame compostabile e biodegradabile. Il Progetto Hummus, dal canto suo, si avvale di un nuovo tipo di concia, meno impattante che conta di ridurre drasticamente il consumo della risorsa idrica del 30% rispetto ai trattamenti tradizionali. L’acqua che viene impiegata durante i diversi processi di lavorazione, alla fine del ciclo viene convogliata nel depuratore, permettendo così il riutilizzo di parte della quantità e il recupero del cromo “estratto” dopo il processo di purificazione. Il Progetto Hummus si sviluppa grazie ad una solida partnership con Zeology. La concia Zeology, è un’alternativa concreta e consolidata alle tipologie tradizionali, è biodegradabilità e compostabilità della pelle. Questa filosofia di pensiero viene sposata anche nell’ambito della produzione conciaria con l’applicazione del concetto di Economia Circolare. Con il termine “Economia Circolare” si intende un insieme di attività economiche che promuovono l’interazione tra diverse filiere produttive per una migliore gestione delle materie prime ed energetiche, puntando anche al reimpiego delle materie di scarto. Il pellame lavorato, infatti, non è altro che lo scarto dell’industria alimentare che viene trasformato dal suo stato di “rifiuto” al quello più nobile di “risorsa”. Questo consente il recupero del 99% del pellame riducendo lo scarto al minimo fisiologico.
Matex Srl: la ricerca ti rende eco
Dal 1973 la Matex Srl di Brendola (VI), opera nel settore della progettazione e produzione di impianti e macchinari per la produzione di tessuti e non-tessuti spalmati ed accoppiati da utilizzare nel settore Fashion Luxory, Calzature e Pelle Sintetica, ma anche in settori come l’automaticve, arredamento, edilizia, geotessile, applicazioni industriali, etc.. Grazie alla continua ricerca focalizzata a nuove soluzioni, l’azienda vanta di oltre 120.000 documenti di progettazione di linee tecnologiche, precise e sicure per rispondere alle esigenze del cliente, assicurando anche uno standard molto elevato con basso impatto ambientale.
Pur non avendo progettato macchine specificatamente disegnate per la salvaguardia dell’ambiente, è stata difatti la stessa ricerca di un sistema di progettazione, costruzione e collaudo di macchinari di un certo livello, a creare involontariamente qualcosa di “eco”.
Difatti i forni per l’asciugatura del materiale sono stati isolati maggiormente aumentando lo spessore della lana di roccia e così facendo si è ridotto drasticamente il consumo di gas, energia elettrica o quello di cui si ha bisogno per scaldare l’aria all’interno del forno, perché secondo la filosofia della Matex, consumare meno significa anche inquinare meno.
Altra cosa che è stata utilizzata per salvare energia e rendere più efficiente le macchine è l’installazione su ogni macchina di un equipaggiamento inverter, così da poter modulare la velocità dei motori. Anche per avere ridotti impatti a livello di trasporti, l’azienda ha deciso di acquistare il 90% del materiale per la costruzione degli impianti da fornitori presenti nella provincia di Vicenza. Dal 2017 la Matex ha scelto di fornirsi del 100% di energia elettrica rinnovabile e questo è per dare l’idea della strada che l’azienda persegue rimanendo consapevoli che sia l’unica direzione degna di essere seguita. Soluzioni uniche, innovative e al passo con i tempi rendono le macchine Matex chiaramente identificabili in tutto il mondo. L’elevata capacità produttiva abbinata ad affidabilità, facilità di utilizzo, sicurezza ed alta efficienza energetica sono il marchio di fabbrica delle tecnologie Matex.
I macchinari della linea Rotocoat sono quegli impianti atti a spalmare supporti di carta o film plastici. I sistemi più comunemente usati per la spalmatura sono a lama o a cilindro dove le quantità devono essere applicate con altissima precisione. Una linea tipica è quella dove si utilizza carta “release” liscia o goffrata che serve da supporto alle spalmature per la produzione di finte pelli.
A fine linea la carta release viene separata trasferendo il proprio disegno e finitura superficiale sullo spalmato (“transfer”). La carta può essere utilizzata più volte.
Rotomark sono le realizzazioni Matex inerenti alla tecnologia della goffratura e laminazione. Sono macchine di costruzione “robusta”, unite ad una precisione molto elevata e comunque molto flessibili e facili da gestire. Matex produce soluzioni con gruppi goffratori a cilindri orizzontali, verticali, carta goffrante o altri supporti/matrici. La semplicità di sostituzione e la precisione del cilindro inciso sono caratteristiche conosciute delle linee Rotomark alle quali nelle ultime realizzazioni si abbina una gestione elettronica molto evoluta. Sono oggi di fatto macchine intelligenti che si autoregolano in base alle condizioni di lavoro (meccaniche o ambientali) per garantire sempre il risultato migliore.
Rotofinish sono quelle macchine ed impianti che servono a rifinire le superifici di supporti spalmati e film calandrati, con l’applicazione di lacche e colori per mezzo di cilindri incisi. I prodotti utilizzati possono essere a base di acqua o solvente.
Per poter nobilitare le croste bovine e proporle come alternativa al “pieno fiore” con aspetto e qualità comparabili, è richiesto un processo di rifinizione accurato tramite linee di spalmatura. Tale processo può sostituire i tradizionali sistemi a spruzzo. Rotosplit sono le macchine ed impianti che permettono di nobilitare superficialmente le croste bovine con l’applicazione di una sottile pellicola di PU con un eccezionale effetto di finissaggio. Il processo avviene in continuo tramite l’utilizzo di carte release, con sistema a “transfer” come sulle linee Rotocoat per la produzione di pelle sintetica.
Ge.Ma.Ta.: innovazione green nei cilindri incisi e fotoincisi
Nel 2018, nell’ambito del Premio Internazionale “Le Fonti”, un Centro di Ricerca indipendente nel business internazionale, la finanza, la tecnologia ed i mercati globali con sedi a Londra, Milano, New York, Singapore, Dubai e Hong Kong, la GEMATA vinse il primo premio nella sezione “Eccellenza dell’Anno per Innovazione & Leadership nel settore della Rifinizione delle pelli”.
Un riconoscimento che compiace alla mission dell’azienda GEMATA, leader negli Impianti per l’industria conciaria, ma anche per Impianti per l’industria tessile come materiali spalmati, impianti per l’industria della gomma e della plastica, macchine per l’industria del vetro, etc., in quanto è stato sempre un punto di riferimento della stessa costruire impianti e macchine innovative, ma soprattutto a basso impatto ambientale, con riduzioni di consumo energetico e di sprechi di prodotti chimici.
Per il settore dei tessuti spalmati, la GEMATA, oltre ad offrire linee di spalmatura diretta a una o più teste per la nobilitazione di tessuti e materiali in bobina, forni di gelificazione ad alta efficienza, schiumatici per prodotti a base acquosa, etc., si caratterizza per la progettazione di macchine di spalmatura con tecnologia a rullo.
La nuova Rollmac Gemata Starline RBS, presentata nell’ultima edizione della fiera “ITMA”, è una macchina a testa di spalmatura multifunzione che copre qualsiasi necessità di copertura in umido. E’ progettata per spalmature in diretto e transfer, quindi per la produzione di finte pelli, tessuti spalmati e resinati, film plastici, carte ed altri materiali in bobina. Con Starline RBS è possibile applicare ogni tipo di resina (PU, PVC, acrilici, siliconi, ecc.), sia in base acquosa sia in base solvente, e lavorare con prodotti schiumati. Le tecnologie di spalmatura immediatamente disponibili sulla macchina sono la spalmatura a spessore con racla su cilindro di contropartita, la spalmatura a rasamento, “in-aria”, con racla, la spalmatura a cilindro in SINCRO su contropartita, la spalmatura a cilindro in REVERSE su contropartita e la spalmatura a cilindro in REVERSE “in-aria”.
I cilindri incisi sincro e reverse, utili per rifinizione di pelli rigide e morbide, e i cilindri fotoincisi per la lavorazione del tessuto spalmato e della pelle, sono le vere innovazioni green a marchio GEMATA in quanto minimizza la quantità di prodotto chimico usato, evitando sprechi di prodotto.