Uno Stop ai compensi ridotti per periti e CTU è stato deliberato dalla Corte Costituzionale che ha finalmente messo fine a una disparità storica che penalizzava interpreti, traduttori, periti e consulenti tecnici nei procedimenti giudiziari. Questa è una storica sentenza della Corte Costituzionale che cambia le regole. Con la sentenza n. 16 del 2025, è stata dichiarata l’illegittimità costituzionale dell’art. 4, comma 2, della legge 319/1980, nella parte in cui stabiliva compensi inferiori per le vacazioni successive alla prima.
Cosa prevedeva la legge: la “trappola delle vacazioni”
Secondo il sistema previgente, il compenso per le prestazioni rese dagli ausiliari del giudice era articolato in vacazioni di due ore:
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Prima vacazione: 14,68 euro
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Vacazioni successive: 8,15 euro
Una tariffazione così impostata, rimasta invariata dal 2002, portava a situazioni grottesche: professionisti retribuiti meno di 4 euro l’ora lordi. Una cifra inferiore a quella prevista per mansioni non qualificate, ma applicata a ruoli tecnici fondamentali per il buon funzionamento della giustizia.
Il caso che ha fatto da detonatore
Tutto è partito da Firenze, dove un interprete arabo ha chiesto la liquidazione per un servizio durato oltre nove ore, durante un’udienza penale. Il compenso spettante, calcolato con il sistema delle vacazioni, risultava umiliante. Il Tribunale di Firenze ha sollevato la questione davanti alla Corte Costituzionale, richiamando i principi di uguaglianza (art. 3 Cost.) e giusto processo (art. 111 Cost.).
La decisione della Corte: compensi uguali per ogni vacazione
La Corte ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’art. 4, comma 2, della legge 319/1980. Secondo i giudici, la distinzione tra prima e successive vacazioni:
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è irragionevole e priva di giustificazione oggettiva;
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sacrifica il diritto a una retribuzione equa per prestazioni altamente qualificate;
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viola il diritto dell’imputato a un’adeguata assistenza tecnica e linguistica.
La sentenza riconosce che finalità di contenimento della spesa pubblica non possono legittimare compensi irrisori.
Una sentenza coerente con la giurisprudenza recente
La sentenza n. 16/2025 si inserisce in una linea giurisprudenziale ormai chiara:
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Sentenza 192/2015: illegittima la riduzione degli onorari per i CTU con imputato ammesso al patrocinio a spese dello Stato.
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Sentenza 178/2017: estensione di tali principi al consulente tecnico di parte.
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Sentenza 166/2022: applicazione analoga al processo civile.
Tutte queste decisioni denunciano una sistematica omissione dell’aggiornamento delle tariffe previsto dalla normativa (art. 54 d.P.R. 115/2002), fermo dal 2002.
Cosa cambia per periti, CTU, interpreti e traduttori
La sentenza impone che ogni vacazione venga ora compensata allo stesso modo, senza più penalizzare le ore successive alla prima. Si tratta di un cambiamento fondamentale, che garantisce:
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una retribuzione più equa e dignitosa;
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maggiore attrattività per i professionisti qualificati;
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un miglioramento della qualità delle prestazioni nel processo.
Cosa aspettarsi ora
Con questa sentenza, si apre la strada alla revisione delle tabelle compensative. Il Ministero della Giustizia è chiamato a procedere con l’aggiornamento degli importi, attraverso il nuovo sistema tabellare previsto dal d.P.R. 115/2002. La Commissione istituita nel 2023 avrà un ruolo cruciale in questo passaggio.
Questa sentenza rappresenta una conquista per chi da anni lavora con serietà e competenza al servizio della giustizia, spesso in condizioni economiche inaccettabili. Finalmente, il principio dell’equa remunerazione viene riconosciuto come parte integrante del diritto all’equo processo. Un passo necessario per restituire dignità a chi opera nei tribunali soprattutto come ausiliari, e qualità alle decisioni che lì si formano.
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